Laura Mango

Intervista a Laura Mango, fumettista.

Laura Mango
Tutte le immagini e le foto in questa pagina per gentile concessione dell'artista.

L'ospite di oggi di Iride è la fumettista Laura Mango che durante l'intervista parla della sua esperienza personale con le unioni civili in Italia (su cui ha scritto il libro "Come fu che organizzai la mia unione civile"), la sua carriera come artista LGBTQ e l'importanza dell'autobiografia nel fumetto.

Discute della sua transizione da libraia a biblioteconoma, archivista e fumettista, rivela retroscena della sua vita lavorativa e delle sue esperienze politiche e condivide alcune riflessioni su sfide e opportunità per gli artisti LGBTQ nel panorama fumettistico italiano contemporaneo, il tutto condito da suggerimenti di romanzi gotici, Halloween, umorismo e traslochi in pieno lockdown.

Scopri di più su Laura Mango sul suo blog I Dolori Della Giovane Libraia, su Facebook e su Instagram.

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Iride: Stai ascoltando Iride, il podcast che guarda il mondo attraverso gli occhi di artiste e artisti LGBTQ.

Io sono Guido e oggi scopriremo passo a passo il mondo di Laura Mango.

Benvenuta.

Laura Mango: Grazie mille.

Iride: Una decina di anni fa, insieme ai primi fumetti che pubblicavi sul tuo sito "I dolori di una giovane libraia", scrivevi anche delle recensioni di libri su LezPop, all'epoca era uno dei siti internet più frequentati dalle lesbiche italiane.

Che cosa ricordi di quel periodo e quanto è stato importante per te entrare in contatto con quel mondo?

Laura Mango: Ero molto sola e avevo un sacco di tempo perché mi ero trasferita da poco a Milano e avevo già fatto due anni abbastanza solitari a Bergamo dove mi ero trasferita per stare insieme alla mia dolce metà però non non mi ero fatta moltissimi amici.

Anche a Milano ci ho messo un po' a carburare quindi avevo aperto il blog e poi seguivo LezPop, avevo notato che non avevano una parte dedicata ai libri e ho detto vabbè, mi butto, gli scrivo se la posso fare io.

E Milena Cannavacciuolo, che è l'ideatrice di LezPop, mi scrisse "va bene, fai un articolo di prova e se va bene sei dei nostri". E io feci un articolo sulla mia esperienza in libreria perché appunto ho lavorato tanti anni in libreria, che erano i consigli per una giovane lesbica che deve entrare in libreria.

Perché anche solo tredici anni fa entrare in libreria per tanti ragazzi e ragazze LGBT mi rendevo conto io dall'altra parte della barricata da libraia che si facevano dei problemi forse anche eccessivi, pensando di essere giudicatissimi da noi librai che in realtà volevamo solo arrivare alla fine della giornata interi e quindi scrissi appunto guardate, non esiste una grande gilda dei librai che si scambiano informazioni sul fatto che siete persone LGBT andate tranquille, chiedete consigli e insomma l'articolo andò bene e io poi per anni, finché LezPop non ha chiuso, che poi non ha mai veramente chiuso, si è interrotto, ho scritto, ho tenuto la rubrica.

Iride: In quegli anni iniziavi anche a fare i tuoi primi fumetti umoristici. Come hai iniziato a a disegnare?

Laura Mango: Quando ero ragazzina/bambina disegnavo tantissimo. Ero anche molto brava nel senso che più ti alleni, più sei bravo. Poi però diciamo che vengo da una famiglia estremamente pragmatica che insomma non considerava l'arte un mestiere percorribile in nessuna forma.

Infatti mia sorella di mezzo, perché siamo tre sorelle, lei voleva invece fare l'attrice di teatro. Cioè lasciamo proprio perdere ancora peggio.

E quindi insomma, mi sono dedicata a cose più pratiche come l'archivistica che è anche un mestiere che rende sicuramente ricchi e quindi insomma ho fatto il liceo, invece dell'istituto d'arte e poi sostanzialmente non ho disegnato più perché preferivo scrivere in realtà che disegnare.

Poi è rinato tutto molto per caso perché ho avuto improvvisamente un sacco di tempo quando mi sono trasferita al Nord perché per quanto io mi impegnassi, e mi ritengo una persona abbastanza socievole, non riuscivo assolutamente a farmi delle nuove amicizie e quindi ho detto "Vabbè, usiamo il web in un modo giusto".

Non avevo remore, assolutamente, non avevo vergogna potrei dire adesso e ho iniziato a tenere il blog. Volevo in realtà parlare degli strafalcioni che c'erano in libreria però esisteva già un blog molto famoso che si chiamava L'Apprendista Libraio, poi il ragazzo che lo teneva che mi pare che si chiami Stefano Amato non vorrei dire stupidaggini, l'ho anche conosciuto, è diventato anche uno scrittore. Anche lui faceva il libraio poi ha preso altre strade. E quindi non volevo copiarlo e allora ho pensato vabbè, nessuno fa le vignette, le faccio io con il mio tratto diciamo all'epoca era veramente tanto più naif perché non disegnavo da quindici anni.

Io mettevo tutto sul blog tanto all'inizio non lo leggeva veramente nessuno poi in realtà, pochi mesi dopo averlo aperto ho scritto involontariamente un articolo che è diventato virale, ma virale nel senso che in tipo tre giorni ho fatto mezzo milione di visualizzazioni e invece poi il blog a quel punto lo seguivano però ho deciso comunque di fregarmene e di continuare a pubblicare.

E in realtà nessuno mi ha mai fatto appunti sullo stile. Sono sempre stati tutti molto divertiti dai contenuti e quindi ho ripreso a disegnare in questo modo.

Iride: L'articolo che citavi era, se ricordo bene, un tuo commento sulle vendite dei libri di Fabio Volo. All'epoca chiudevi questo articolo con: "La responsabilità delle classifiche dei libri italiane è tutta nostra, di questo nostro paese che affonda".

Questa era la frase con cui terminavi la tua analisi sulle vendite di libri di Fabio Volo. Pensi ancora a questo o nel frattempo è cambiata l'italia o è cambiato il tuo modo di vederla?

Laura Mango: No, no, penso assolutamente ancora questo perché in realtà io ho lavorato tanti anni in una libreria di catena enorme e quindi avevo una visione non del pubblico di lettori affezionata al libraio che tornava e aveva un elenco di libri meravigliosi da chiedere, ma di gente che passava e spassava.

Avevamo anche i nostri fedelissimi però principalmente la maggior parte delle persone erano persone che entravano in libreria una sola volta l'anno, preferibilmente a Natale, oppure per cercare un libro di cui avevamo sentito parlare.

Quindi diciamo che in libreria io ho imparato che in realtà le persone che leggono i libri non sono solo i lettori forti. La maggior parte sono le famose persone che leggono un libro l'anno o un libro ogni due anni e sono loro che fanno le classifiche, sono loro che fanno la massa.

Poi il caso letterario lo fanno i lettori forti infatti i casi letterari sono spesso molto belli, molto ricercati. Ma la massa, come ci ha insegnato anche quello che è successo quest'estate con l'innominato generale segue un po' il gusto, quello di cui si parla in quel momento, quello che va forte in quel momento, non necessariamente condividendolo però il gusto mainstream lo fa la massa.

Iride: Tutte le storie che hai raccontato sono veramente successe?

Laura Mango: Ah, sì, sì. Stavo per dirti che proprio l'unica cosa che mi offendeva è quando insinuavano che non erano successe però probabilmente giustamente il dubbio veniva perché nessuno sapeva che io lavoravo in una libreria veramente enorme e quindi vedevo una quantità di gente in cui diciamo tra le migliaia di persone che vedevo, quello che ti fa lo strafalcione che ti fa la richiesta senza senso, la persona peculiare la becchi.

Iride: Qual è la richiesta che ti è rimasta nel cuore e ricordi ancora adesso con piacere?

Laura Mango: Ce ne sono tantissimi: c'è I Promessi Sposi di Pelizza da Volpedo.

Al di là degli strafalcioni, le situazioni, perché lì appunto ti interfacci con il mondo, non solo con il lettore forbito ma proprio col mondo e mi fu di grande lezione una volta che venne una signora che cercava a tutti i costi un libro per una persona che passava molto tempo in casa.

E io e il mio collega gli consigliammo tipo dei libri di yoga. Non mi ricordo. E lei insisteva: sì, sì, ma è una persona che non può uscire. Quindi non so, pensavamo magari ad una persona che aveva qualche problema di salute. Insomma, insisteva insisteva, alla fine la signora ci disse "È una persona che è agli arresti domiciliari" e io a questa cosa non avevo assolutamente pensato e mi sono anche vergognata.

Nel senso che perché devo dare per scontato, cioè chiunque legge e diciamo che queste situazioni secondo me erano le più interessanti di quelle che c'erano in libreria. Ti davano proprio un occhio sul mondo secondo me.

Iride: Da qualche tempo non sei più in libreria, non lavori più in una libreria e per un periodo hai anche lavorato in una casa editrice. Adesso ti occupi di altro.

Riesci comunque a trovare fonti di ispirazione per i tuoi fumetti o devi passare i tuoi weekend nelle librerie nei centri delle città per riuscire a trovare spunti?

Laura Mango: Allora non faccio più i libri sulla libreria perché non ci lavoro. Faccio libri di presa dal vero diciamo.

Quando sono tornata al piano A della mia vita che era quello di fare l'archivista e la biblioteconoma perché mi sono laureata in questo settore invece ho ricominciato. È uno di quei mestieri che sono un po' sconosciuti e però hanno veramente tanti lati comici che secondo me possono colpire anche chi non è del settore quindi ho iniziato a fare dei fumetti che, con mia sorpresa, piacciono e vengono anche capiti da persone che non conoscono il settore.

Quindi evidentemente anche lì c'è un lato comico universale, diciamo.

Iride: Qual è la reazione che hanno le persone quando leggono i tuoi lavori?

Laura Mango: Io mi faccio sempre tanti problemi sul modo in cui disegno però in realtà alle persone non interessa assolutamente come disegno ho scoperto, anzi moltissimi amano il tratto molto basic potremmo dire.

Ma in effetti ci sono dei fumettisti che eh, ovviamente del lato comico del lato comico, dell'auto surreale e che in realtà usano un tratto estremamente basilare come Maicol & Mirco come Percy Il Buio anche se lui è bravissimo. Si vede che ha un background allucinante, cioè disegna così perché vuole disegnare così. È un po' diverso. E quindi evidentemente c'è proprio un pubblico che ama quel disegno che è funzionale alla battuta.

Però io non ho mai fatto niente per piacere, non ho mai neanche pubblicizzato una volta la pagina. È stato tutto molto naturale quindi evidentemente racconto qualcosa che arriva.

Iride: Oltre a occuparti di fumetti comici hai anche scritto "Litania per un lettore lamentoso", il titolo del libro che è stato illustrato da Marco Petrella per Verba Volant qualche anno fa.

Nel 2019 hai anche autoprodotto una raccolta di vignette LGBTQ dal titolo Lesboom.

Questo passaggio alla scrittura è qualcosa che è nato casualmente o è qualcosa che ti porti dietro da qualche anno?

Laura Mango: Io in realtà scrivo da sempre, ho sempre scritto. Cioè se proprio mi dovevo dedicare a un'arte io ho sempre pensato che sarebbe stata la scrittura. Ho sempre fatto anche concorsi sin da quando ero ragazzina.

Qualche mio racconto si trova anche in qualche raccolta tipo Toilet. Un anno vinsi il concorso, mettevano dei racconti nelle metropolitane e c'era anche un mio piccolo giallo a tema biblioteconomico perché poi alla fine pesco sempre dalle cose che conosco.

E in realtà io tuttora scrivo solo che a un certo punto sono stata una grafomane, probabilmente come tanti, fino più o meno alla fine del liceo, a inizio dell'università poi diciamo sono stata travolta dagli eventi perché ho bisogno di molta tranquillità per scrivere. Uno nella vita difficilmente ha quella tranquillità emotiva e quindi ho continuato a scrivere regolarmente ma non quanto avrei voluto. Quindi scrivo principalmente cose molto brevi.

Mi piacerebbe riuscire a riscrivere una cosa molto lunga, ma mai dire mai.

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Iride: Tranquillità che credo tu non abbia avuto nel periodo precedente alla scrittura del tuo libro "Come fu che organizzai la mia unione civile" edito da Asterisco edizioni in cui racconti un periodo decisamente travagliato e complicato della tua vita? Di che cosa si tratta e come è nato questo progetto?

Laura Mango: Io mi sono unita civilmente nel 2018, quindi molto presto rispetto a quando c'è stata la legge e probabilmente proprio per questo i fornitori ma anche le anagrafi non erano ancora abituate e non sapevano ancora bene come comportarsi e quindi sono incappata in tante situazioni surreali che io mi auguro che non ci siano più al momento. Però non avevo avuto il tempo di metterlo giù subito e l'ho fatto durante il lockdown. Poi però, diciamo subito dopo il lockdown per questioni di lavoro della mia dolce metà abbiamo dovuto decidere se venire a Roma. Siccome appunto era un momento in cui io anche desideravo cambiare lavoro e volevo riavvicinarmi a casa perché io sono di Bracciano, vicino Roma, ho detto vabbè, senti, facciamo questo salto nel vuoto e andiamo giù.

Solo che io il trasferimento durante una zona rossa di una pandemia non lo augurerei a nessuno. È stata una cosa veramente delirante e soprattutto dopo dodici anni che lavoravo per la stessa azienda ho dovuto cercare lavoro, un lavoro completamente, diverso da zero.

Sono stata anche abbastanza fortunata, diciamo, nel mondo lavorativo italiano perché ho ritrovato anche abbastanza velocemente e in un ambito in cui volevo, cosa che non è per niente scontata. Però, insomma, ripartire da zero dopo tanti anni, dopo che ci avevo messo un po' ad abituarmi a stare al nord è stato un pochino tosto. Quindi il libro che avevo già fatto è rimasto nel cassetto e poi quando sono stata un po' più tranquilla l'ho proposta ad asterisco.

Iride: Nel 2019 hai autoprodotto una raccolta di vignette LGBTQ dal titolo Lesboom. Che tipo di risposta hai avuto?

Laura Mango: In realtà è piaciuta moltissimo. Io ho fatto poche presentazioni perché poi è scoppiato il covid ma in quelle poche ho venduto veramente tante, tante copie e ha stupito anche me. È tutto materiale inedito.

Era stato proprio una cosa che avevo pensato per sperimentare anch'io qualcosa di nuovo e mi ha mi ha stupito la risposta.

Probabilmente ho pensato che ci fosse tanto desiderio di leggere qualcosa a tematica lesbica che facesse anche ridere perché una volta che hai letto il libro di Frad diciamo che un po' si esaurisce, non c'è molto altro anche online da cercare sul mondo prettamente lesbico

Iride: Ne hai un altro nel cassetto?

Vedremo un'altra tua avventura prossimamente oppure non c'è ancora nulla di pronto e ti serve un altro grande evento nella tua vita per metterti a produrre qualcos'altro?

Laura Mango: No, speriamo di no. Nel senso che se ci deve essere deve essere meno stressante. No, in realtà mi piacerebbe fare qualcosa a tema archivi cioè fare un una raccolta magari di fumetti in cui parlo del mestiere dell'archivista che un po' è come viene raffigurato nei libri, ma principalmente nei film, cioè una persona solitaria che sta in uno scantinato dove nessuno va a vedere.

A me mi è rimasta impressa questa cosa: non so se tu hai mai letto L'archivio del Diavolo di Pupi Avati.

Praticamente L'archivio del Diavolo di Pupi Avati è un romanzo che si regge su una sola cosa cioè c'è l'archivista che nessuno sa se è vivo o morto perché nessuno va a vedere dov'è. Cioè in teoria dovrebbe stare nell'archivio del Ministero di Grazia e Giustizia ma nessuno lo vede entrare, nessuno lo vede uscire, nessuno va a trovarlo perché non ci stanno neanche più le scale che sono state murate e lui può salire e scendere solo col montacarichi.

Che io ho pensato vabbè, è vero che sono gli anni cinquanta, però la sicurezza... e quindi questa è un po' la visione. Quello oppure un luogo dove si mandano gli impiegati che hanno combinato qualcosa.

Diciamo che non è più così però ha dei lati che insomma non sconvolgerebbe, però interesserebbero tanti.

Iride: C'è una grossa fetta di popolazione LGBTQ italiana che vede nel tuo lavoro un riferimento e comunque ti segue ormai da tantissimi anni.

Secondo te perché sei riuscita a fare breccia in questa comunità e che tipo di reazioni hai avuto dalle persone che ti seguono?

Laura Mango: In realtà quando ho aperto il blog non era assolutamente un blog LGBT.

Cioè non ho mai fatto mistero del mio orientamento sessuale, ne ho sempre parlato. Devo dire la sincera verità non c'è stata mai una persona che mi abbia detto qualcosa.

Anzi, io amo ricordare come durante la preparazione dell'unione civile c'erano tantissime persone etero, anche tanti uomini che mi seguono, che mi scrivevano per darmi dei consigli e ci fu un tipo che mi scrisse siccome non riuscivo a prendere la misura dell'anello di dolce metà, perché volevo fare l'anello di fidanzamento senza farglielo sapere poi non ce l'ho fatta, e lui mi scrisse questa cosa fantastica che lui si era comprato quell'attrezzo per misurare la misura delle dita che hanno i gioiellieri gli misurava le dita durante la notte. Questa dormiva e lui glielo misurava. Io pensavo pensa se questa si sveglia, cosa penserà?

Quindi erano estremamente partecipi. Ho proposto a un certo punto anche delle tematiche LGBT che sono state percepite assolutamente come quando parlavo di libri. Cioè io non so se è stato l'approccio molto naturale o sono molto fortunata con le persone che mi seguono.

Poi, proponendo queste tematiche ha iniziato a seguirmi anche una fetta di comunità LGBT. Io credo insomma che mi segua per il motivo per cui io faccio fumetti LGBT, cioè io fondamentalmente disegno in quel caso cose che vorrei vedere.

Adesso c'è qualche fumettista in più, c'è Frad, c'è Flavia Biondi, c'è una comunità di fumettisti LGBT e fumettiste che si sta sempre più ampliando però fino a pochissimi anni fa non era così.

Io per trovare i libri per LezPop dovevo fare dei numeri per fare un articolo a settimana. Dovevo cercare nella bibliografia andando indietro di settant'anni, cioè i classici dei classici. Quindi fondamentalmente io penso che le persone mi seguano perché io disegno quello che voglio leggere e loro leggono quello che probabilmente anche loro vogliono leggere. Ecco c'è una comunione di intenti.

Iride: Qualche anno fa hai fatto parte anche di Arcigay Gruppo Donna e durante quell'esperienza ti sei anche cimentata in un ruolo d'attrice.

Laura Mango: Madonna mia!

Iride: Avremo modo di rivederti in quella veste o è qualcosa che hai lasciato nel tuo passato?

Laura Mango: No. Allora non so. Questo video gira ancora. In realtà io amo le cose nate dal ma sì, facciamo qualcosa basta che si faccia perché secondo me il meglio è il nemico del bene. Nel senso che se uno vuole fare una cosa con tutti i crismi non la farà mai quindi meglio che uno si butta e la fa.

L'idea del Gruppo Donna da un certo punto di vista è una cosa un po' agghiacciante perché è la riserva indiana all'interno... cioè può sembrare una riserva indiana all'interno dell'Arcigay che era di Milano. Adesso non so più se, c'è penso di sì.

Però da un altro punto di vista in realtà era anche un luogo di estrema libertà nel senso che era appena nato, eravamo tutte nuove, potevamo fondamentalmente fare letteralmente quello che ci pareva e l'abbiamo fatto per un paio d'anni poi ovviamente ci sono stati litigi, tragedie lesbodrammi e facemmo anche questo cortometraggio sui matrimoni gay che non erano ancora stati approvati. E insomma, si può ritrovare sul web è molto rudimentale ma è stata una bella esperienza che però non credo ripeterò.

Iride: Non ripeterai la tua performance di attrice ma hai continuato dopo quell'esperienza all'interno di Arcigay Gruppo Donna a occuparti di attivismo LGBTQ in altre forme o ti sei dedicata principalmente al tuo lavoro di fumettista come forma di espressione e e di lotta politica anche?

Laura Mango: L'esperienza in Arcigay a un certo punto si è esaurita. In realtà penso che in tutti i posti dove uno mette tanto di sé è difficile che puoi mantenere gli equilibri. Si creano tante situazioni che non c'entrano neanche più con l'attivismo.

Poi da quel momento tra il matrimonio, il covid (l'unione civile, perdono) e la ricostruzione di una vita non ho più fatto molta vita associativa.

Quando ero ragazza dopo i diciott'anni rigorosamente secondo il diktat di mio padre mi ero iscritta al partito, all'epoca erano i DS poi per un periodo sono stata iscritta il PD, ho anche frequentato molto i Giovani Democratici. Poi c'è stato Renzi quindi mi sono disiscritta ma ultimamente insomma ho ripreso un po' visto che c'è la nostra consorella Schlein e insomma diciamo che preferisco quel tipo di politica lì personalmente e vorrei fare di più.

Credo molto nella responsabilità personale anche politica, nel senso che se le cose vanno male è anche perché magari non ci impegniamo abbastanza per farle andare bene.

In realtà l'ultimo libro "Come fu che organizzai la mia unione civile" io lo considero in realtà un atto di militanza, nel senso che con quel senso è nato più che con la necessità di raccontare la mia vita, nel senso che tutti e tutte pensano che il proprio matrimonio, la propria unione civile, siano le più speciali del mondo e tutto quello che è successo a te non è successo a nessun altro però poi uno diventa consapevole del fatto che non può essere così.

Mi sembrava importante raccontarlo per dare una rappresentazione che non c'era. Quindi è stato fatto proprio in quel senso per dire esiste anche questo qualcuno, qualcuno googlando può trovare la mia storia.

Ma era stato pensato per un pubblico non LGBT e ci sono degli specchietti informativi in cui proprio dico che cos'è l'omofobia, che cos'è l'unione civile, che differenze ci sono tra matrimonio e unione civile.

E quello era stato fatto con un intento educativo perché l'intento educativo, forse lo stiamo perdendo un po' di vista nel senso che io vedo tanto oltranzismo nel senso che è ovvio che uno si stufa di conoscere persone che non sanno neanche la differenza tra orientamento sessuale e identità di genere, però finché esistono e finché questo non ha dietro qualcosa di malevolo, cioè persone che sono omofobe e hai solo davanti una persona ignorante purtroppo bisogna avere un approccio educativo. Il mio libro in quel senso è un atto di militanza.

Insomma l'ho fatto per quello al di là del mostrare quanto è stato difficile scegliere un risotto nel Lazio con dei parenti nordici.

Iride: Ci sono ancora pochi lavori e poche illustratrici, poche fumettisti che raccontano di un tema come le unioni civili in Italia. Secondo te perché?

Laura Mango: La comunità appunto dei fumettisti e delle fumettiste LGBT si è ampliata diciamo proprio di colpo tutta insieme. Probabilmente facendo un'analisi da ex libraria anche perché è cambiato completamente il mercato del fumetto cioè siamo passati dal fatto che era una cosa di nicchia che principalmente aveva poi delle nicchie molto settoriali molto categoriche, c'erano chi leggeva manga, lo zoccolo duro di Tex che voi non potete capire quanta gente legge ancora Tex e colleziona tutti i Tex è una cosa insondabile.

In neanche cinque/sei anni è cambiato completamente il mercato e questo ha visto nascere delle case editrici come la Bao ad esempio o la Becco Giallo. Tante case editrici che hanno dato spazio a tantissimi autori e anche la possibilità di sperimentare molto su nuovi argomenti, nuove voci. Adesso ci sono Flavia Biondi, c'è, Giopota, c'è Fumetti Brutti,

Però per vedere tante voci e recuperare il tempo serve un po' di tempo. Poi personalmente penso anche che magari si pensi che l'esperienza lesbica debba essere monolitica.

Dici c'è già Frad che parla delle lesbiche, fa i fumetti sulle ex e basta. Quindi c'abbiamo già la fumettista lesbica. Non abbiamo bisogno di altre perché ci piace, perché è brava, adesso fa anche degli spettacoli di stand up comedy molto divertenti e quindi basta e la nicchia è già occupata. Mentre in realtà no, le lesbiche sono tante, hanno tante esperienze diverse e tutte vogliono leggere tante esperienze, quindi forse quel passaggio ancora bisogna lavorarlo un po' però secondo me ci arriviamo.

Quanti dolori, giovane libraia!

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Iride: Hai citato una serie di case editrici che sono nate o sono cresciute negli ultimi anni grazie a graphic novel e soprattutto graphic novel autobiografiche.

Tu ti occupi principalmente di autobiografia in qualche modo attraverso il tuo lavoro secondo te perché c'è questo grosso bisogno da parte dei lettori e delle lettrici di leggere biografie di altri?

Laura Mango: Credo che sia proprio uno spirito del tempo, nel senso che anche a livello di romanzi e non solo LGBT sono un genere molto molto amato in questo momento. Quindi non so se attribuirlo in realtà più a un momento storico che a all'orientamento sessuale.

Sicuramente il fatto che per tanti anni abbiamo dovuto cercare le minuzie per capire se un personaggio forse poteva essere LGBT da segnali imperscrutabili... c'era appunto una rubrica di LezPop che si chiamava Vedo Lesbiche Ovunque perché ancora tredici anni fa stavamo a "oddio, forse quella potrebbe essere" perché c'era un grande bisogno di vedere qualcuno come noi di vedere Ah, okay, ci siamo anche noi.

Forse tra qualche anno sarà diverso però rimangono ancora delle esperienze che hanno tanto da dire, perché hanno ancora avuto un percorso che magari è per molti stato tortuoso oppure ha significato indagarsi in modi altri che si prestano molto a un romanzo. Non so come spiegare.

Iride: Qual era il tuo personaggio velatamente lesbica di un fumetto o di un romanzo?

Laura Mango: A un certo punto lessi il conte di Montecristo. C'è una coppia lesbica e questa cosa mi colpì tantissimo perché dici aspetta, ma quindi Dumas poteva scrivere queste cose nell'Ottocento e nessuno gli diceva niente.

Ci sono due che a un certo punto stanno insieme e scappano e poi le riprendono pure, le riportano indietro, non sono assolutamente contente ovviamente. Proprio non era una cosa neanche velata. Cioè, era una cosa esplicita. Mi colpì tantissimo.

Iride: Nel tuo blog racconti spesso di Halloween e parli tantissimo di Halloween con un grande entusiasmo...

Laura Mango: Halloween mi è sempre piaciuto sin da ragazzina quando non se lo filava assolutamente nessuno. Probabilmente ne sarò venuta a conoscenza guardando qualche serie americana. Mi piace in realtà tutta l'atmosfera: il gotico, mi piace moltissimo l'autunno che è la mia stagione preferita.

Non è tanto Halloween in sé, anche se mi affascina molto tutto il fatto che in realtà in tutte le culture ci sia un momento in cui si ritiene che il mondo dei vivi e il mondo dei morti possano avere una comunicazione.

Non perché ci creda ma perché lo trovo comunque culturalmente affascinante che ci sia questo bisogno di comunicare con l'altro mondo e mi piace anche scovare le chicche.

Diciamo che il covid ha interrotto tutto quest'anno avevo dei sogni di gloria di andare a Calcata che è uno dei vari borghi della Tuscia fatti di tufo, pieni di tombe etrusche, tutto quello, insomma, che può conciliare Halloween e invece sono finito in un pub a Mazzano Romano che è un borgo vicino perché mia sorella che guidava la macchina non si sentiva molto bene e quindi ci siamo arenate in un pub lì vicino e non siamo riuscite ad andare al borgo notturno a fare la nostra esperienza stregonesca.

Iride: Visto che ti piace scovare le chicche a tema, hai qualche suggerimento gotico LGBTQ o a tema Halloween da proporci?

Laura Mango: Andate sul sito, se non li conoscete, di ABEditore perché io e loro abbiamo proprio una comunione spirituale. Io loro li ho conosciuti, sono delle persone fantastiche che ho conosciuto tramite il blog. Sono una una coppia di ragazzi che hanno questa casa editrice in cui pubblicano tutti i classici gotici facendo delle raccolte tematiche: hanno fatto quella sui vampiri, sulle streghe, sui folletti.

Quest'anno l'hanno fatta a tema gatti malvagi. Si chiama Felis Incubi. L'ho letta. Sono veramente malvagi questi gatti. Non sono dei teneri felini, sono tipo delle linci maligne. Ti sembra proprio di leggere un libro di quelli maledetti che se lo apri risucchierà la tua anima.

LGBT c'è sempre Carmilla di Sheridan Le Fanu. In realtà Carmilla fa parte del celebre filone delle vampire lesbiche che è proprio un topos letterario. Racconta di questa vampira che vampirizza una ragazza e leggendola si evince chiaramente che è una passione lesbica.

Iride: Vedremo temi gotici e temi halloweeniano nei tuoi prossimi lavori e hai già qualcosa nel cassetto che vuoi raccontarci?

Laura Mango: Ultimamente sto scrivendo un pochino di racconti di fantascienza in realtà, che mi piace molto. Fantascienza non di navicelle spaziali, diciamo più distopica in cui tutto finisce male.

Iride: Se anche voi volete seguire le evoluzioni di questo lavoro che per ora è nel cassetto, ma chissà, magari nel 2024 non lo sarà più, potete seguire tutti i profili social di Laura Mango nella descrizione sul nostro sito iride.art dove trovate anche questa intervista, qualche contenuto speciale e tutti i contatti. Per non perdere i prossimi episodi di iride potete iscrivervi alla newsletter sul nostro sito iride.art, seguirci sulle principali piattaforme di streaming tra cui Spotify, Apple Podcast e Google podcast, su YouTube e su Instagram. Grazie ancora Laura per essere stata con noi e buona serata.

Laura Mango: Grazie mille. Buona serata.