Massimo Basili
Intervista a Massimo Basili, illustratore e fondatore del progetto Fumetti Fuori!
Intervista a Massimo Basili, illustratore e fondatore del progetto Fumetti Fuori!
Massimo Basili discute il suo percorso come artista e illustratore, ponendo particolare attenzione alla sua passione per il fumetto LGBTQ+.
Racconta del suo lavoro su Italia Arcobaleno (una guida che esplora alcune città italiane attraverso episodi storici LGBTQ) e la sua esperienza lavorativa e di migrante in Corea.
Condivide anche le sue riflessioni sull'evoluzione dell'industria del fumetto in Italia, con particolare attenzione alle questioni LGBTQ. Inoltre rivela i suoi processi creativi, il modo in cui la sua identità LGBTQ si riflette nel suo lavoro e i suoi futuri progetti.
Infine, l'intervista esplora la relazione tra arte, identità e autobiografia.
Massimo Basili ha lavorato nel cinema d'animazione, nell'illustrazione e nel fumetto. Oggi si occupa principalmente di illustrazione per l’editoria.
Nel 2020 con Edizioni Sonda ha pubblicato la guida storica Italia Arcobaleno. Scrive di cultura LGBT+ e di fumetto, attorno al quale organizza anche workshop e conferenze.
In particolare, dal 2017, porta avanti il progetto Fumetti Fuori!: attraverso presentazioni, recensioni e tavole rotonde cerca di far conoscere le autrici e gli autori di fumetto LGBT+ che segue con maggior interesse.
La sua collezione di fumetti occupa probabilmente il 90% della sua casa a Milano, dove oggi vive e lavora.
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Iride: Stai ascoltando Iride, il podcast che guarda il mondo attraverso gli occhi di artisti LGBTQ. Io sono Guido e oggi scopriremo passo a passo il mondo di Massimo Basili.
Benvenuto.
Massimo Basili: Grazie Guido. Ciao a tutti.
Lavoro su una guida all'Italia LGBT
Iride: Nel 2021 hai illustrato per Sonda editore, lavorando con Giovanni Dall'Orto, una guida all'Italia LGBT in cui, attraverso aneddoti ed episodi storici, hai raccontato un'Italia decisamente diversa da quella nota al grande pubblico.
Cosa ti ha spinto a lavorare su quel progetto?
Massimo Basili: Quando mi hanno proposto il progetto sono rimasto estasiato perché era probabilmente il libro che avrei voluto leggere quando ero adolescente e quindi non ho esitato ad accettare.
E poi comunque veniva, la proposta veniva dal mio amico Giovanni Dall'orto, che conoscevo da anni, con cui avevo fatto militanza politica in Arcigay e che conoscevo fin dai tempi di Babilonia, quando era direttore di Babilonia.
E poi è stato anche il mio direttore al mensile Pride, quindi non c'è stata difficoltà ad accettare il progetto e poi comunque è un progetto originale, originalissimo, perché non esiste niente di simile in Italia.
Mentre all'estero il genere delle guide turistiche LGBT è molto florido, in Italia non c'è niente altro, tranne c'è stato fino a qualche tempo fa la guida Spartacus, che però è una guida per i luoghi di ritrovo e di ricreazione per le persone LGBT, mentre invece Italia Arcobaleno è una guida turistica storica.
Quindi attraverso itinerari che si possono fare fisicamente sui luoghi, conduce alla scoperta di tutti i luoghi attraverso le opere d'arte, gli edifici, parti delle nostre città che non esistono più o che comunque in passato hanno ospitato le vite di tante persone LGBT, anche quando non si chiamavano così.
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E quindi alla scoperta di queste cinque città che sono Milano, Roma, Firenze, Torino, Venezia e scopriamo come e dove hanno vissuto personaggi storici famosi: dall'imperatore Adriano, a Caravaggio, a Leonardo da Vinci.
Oppure anche personaggi che sono passati alla storia soltanto attraverso documenti che Giovanni ha trovato in trent'anni di ricerca: persone comuni che però vivevano, amavano, come noi oggi. Solo che magari non si chiamavano gay, non si chiamavano lesbiche, non si chiamavano persone trans, ma erano comunque come noi.
Iride: Qual è la città o l'episodio che ti è piaciuto di più illustrare?
Massimo Basili: Mi sono piaciuti un po' tutti.
Il piacere di illustrare la propria città
Massimo Basili: Forse mi è piaciuto di più illustrare Milano che è la mia città e quindi scoprire degli aspetti di Milano che non conoscevo o comunque avevo sentito in maniera superficiale.
Ad esempio Milano, come dice Giovanni, è una città che ha subito delle profonde trasformazioni e quindi molti degli episodi di cui parla Italia Arcobaleno si possono rievocare soltanto attraverso appunto i documenti del passato perché non c'è quasi più niente che si può vedere fisicamente tranne qualche traccia che solo gli storici esperti possono riconoscere.
Se vai in piazza Santo Stefano, un luogo dove c'erano i roghi dei sodomiti, adesso c'è soltanto la chiesa di Santo Stefano e tu sai che se vai in una certa pizzeria, nel Cinquecento e nel Seicento, lì purtroppo era un luogo di dolore e di sofferenza per un sacco di persone omosessuali.
Maschi soprattutto, perché la guida Italia Arcobaleno ribadisce più volte che la sessualità femminile non è mai stata riconosciuta come tale.
Giovanni ha trovato qualche documento in particolare che riguarda la città di Torino e a partire soprattutto dal Settecento.
Per cui essendo una città giovane, Torino, solo più di recente rispetto alle altre città attraverso non so, i sonetti di poetesse lesbiche che sono passate dalla poesia arcadica alla poesia invece d'amore verso la la propria amata.
Poesie che potevano essere sopportate e tollerate solo proprio perché venivano da poetesse che avevano una carriera, una fama in altri ambiti più riconosciuti.
Il discorso comunitario e la storia LGBT
Massimo Basili: E questo è un discorso che ricorre in Italia Arcobaleno, cioè il fatto che gli artisti hanno sempre avuto il privilegio di poter raccontare la propria identità, la propria vita privata, i propri amori parlandone ma in maniera indiretta. Ed era l'unico modo per poterlo fare, mentre invece le persone comuni, non potendo appunto esprimersi in maniera indiretta, erano quelle più colpite insomma, dalla censura, dalla legge, dal carcere, da tutte le leggi che nel corso della storia ci hanno insomma represso, soppresso anche fisicamente, purtroppo.
È stato bello raccontare più che altro le storie di queste persone comuni.
La prima trans della storia, che ha vissuto a Venezia, è sempre vissuta in abiti femminili pur essendo nata con il genere maschile e da tutti è stata sempre considerata donna.
Purtroppo la legge non era d'accordo con questo tipo di condotta, e quindi è stata bruciata anche lei, purtroppo, nel Quattrocento.
Il disegno che ho fatto di lei vicino al ponte di Rialto rappresenta insomma la testimonianza che gay, lesbiche e persone trans sono sempre vissute soltanto che non abbiamo avuto sempre il modo di lasciare traccia di noi. O comunque le nostre tracce sono state sempre cancellate o comunque messe in discussione dalla cultura etero sessista.
Il fumetto LGBT in Italia
Iride: Tu ti occupi principalmente di illustrazioni e di fumetti e da tanti anni ti occupi anche di far scoprire il fumetto LGBT in italia.
Pensi che la situazione sia un po' cambiata, che finalmente ci sia un racconto della comunità LGBT e in che modo è cambiata questa narrazione negli anni?
Massimo Basili: Sicuramente è molto migliorata la situazione del fumetto LGBT rispetto al passato.
Quando leggevo io, o comunque li cercavo disperatamente, non c'era quasi niente a metà degli anni Novanta. E quindi bisognava rivolgersi all'estero se si poteva: fumetti francesi, fumetti giapponesi, anche americani statunitensi che si potevano permettere di parlare di storie LGBTQ.
In italia invece, quelle pochissime cose che si traducevano bisognava andarsele a cercare in modo un po' carbonaro.
Poi nel giro di pochi anni tutto è cambiato e siamo arrivati a una situazione in cui forse l'offerta è anche eccessiva rispetto alla domanda, diciamo all'esigenza di fumetto LGBT.
Questo sicuramente è molto positivo ed è molto interessante. Però è anche interessante vedere cosa è successo nel frattempo, cioè come si è arrivati a questa situazione.
In Italia pochissime case editrici osavano parlare di questi temi e lo hanno fatto cercando il pubblico di nicchia. L'idea di fare pochissime vendite, perché comunque erano case editrici che avevano poche pretese diciamo non è che volevano fare grandi numeri, però erano interessati all'argomento.
Nello stesso tempo erano anche spaventate dalla reazione del mercato perché comunque l'editoria a fumetti si deve confrontare anche e soprattutto col mercato.
Se non vendi in libreria non esisti, quindi anche le poche copie che devi vendere comunque le devi vendere. Devi farle arrivare alle librerie in tutte le parti d'italia.
E in un certo senso è stato utile questo processo, però anche molto sofferto. Sia perché ci sono stati degli equivoci quindi si sono venduti a un pubblico gay dei manga che erano stati pensati per un pubblico femminile - i famosi Boys' Love Shonen-Ai.
Però alla fine ci si accontentava di quello che c'era che non si poteva fare altrimenti.
È servito comunque a coltivare sia i lettori che anche gli autori/le autrici che attraverso questi pochissimi fumetti che venivano pubblicati in italiano sono riusciti a mantenere vivo comunque la passione per il fumetto LGBT. E non è un caso che molti degli autori/delle autrici che lavoravano per queste case editrici, faccio il nome della Kappa Edizioni che comunque adesso non esiste più, ora lavorano per dei grossi editori. E senza quel lavoro che hanno fatto tra la fine degli anni Novanta e inizio anni Duemila, oppure anche con le letture che hanno fatto perché erano piccoli all'epoca, sono arrivati a lavorare adesso a libri a tema LGBT più personali, a lavorare su progetti propri con grossi editori.
Faccio il nome, ad esempio, della Sergio Bonelli Editore che è un editore grossissimo, il principale editore italiano, che proprio quest'anno è uscito con una miniserie da libreria a tema LGBT che raccoglie tutti questi autori e autrici. Questa miniserie si chiama Simulacri ed è una cosa che quindici anni fa sarebbe stata assolutamente impensabile.
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È successo una specie di miracolo e non so, non sappiamo neanche come sia potuto succedere.
Solo che io credo che Italia si siano saltati dei passaggi intermedi rispetto ad altri paesi.
Iride: Che cosa intendi esattamente?
Massimo Basili: Intendo che adesso l'offerta è davvero esagerata solo che mentre in altri paesi si è arrivati gradualmente alla situazione di adesso.
E quindi già a metà anni Novanta c'erano in giro dei libri che parlavano soprattutto di esperienze personali, di autobiografie di persone LGBT in Francia, in Belgio, in Giappone, negli Stati Uniti e quindi hanno preparato in un certo senso la strada ai nuovi autori e nuove autrici che adesso sono liberissimi e liberissime di parlare di questi argomenti.
Mentre invece in Italia siamo passati dal "mi vergogno di parlare di queste cose" a "adesso non c'è più bisogno di parlarne perché ne parlano tutti" e quindi credo che gli autori più giovani di oggi siano molto fortunati perché hanno la libertà davvero di potersi esprimere molto liberamente.
Però sempre con l'idea che il mercato ti dica vabbè, comunque è un tema come gli altri. Si può parlare di omosessualità, di transgenderismo come si può parlare di anoressia, di guerra, di problemi dell'economia italiana.
Mentre invece non è proprio così. Nel senso che se c'è bisogno di dire che l'omosessualità o i temi LGBT sono dei temi come gli altri allora vuol dire che hai difficoltà a identificarli come dei problemi di cui si può parlare o di cui si dovrebbe parlare.
Non è che pretendo di mettere l'etichetta arcobaleno sui libri che parlano di storia LGBT, sarebbe veramente ridicolo. Però penso che manchi un pochino di coscienza, un pochino di consapevolezza e quindi si riduce il tema LGBT all'esperienza personale individuale. Si perde di vista un pochino il discorso comunitario.
Dove stiamo andando come comunità LGBT italiana? Da dove veniamo? Cosa abbiamo combinato e cosa ci aspetta nel futuro ?
Andiamo un pochino avanti a tentoni un po' a caso e anche sull'onda delle mode di quello che dicono all'estero, allora facciamo la stessa cosa più o meno in Italia.
Iride: In questo panorama che hai appena descritto tu come ti inserisci? Come definisci il tuo lavoro?
Massimo Basili: Allora io più che più che altro sono un appassionato di fumetti: quindi fin da piccolo erano il mio rifugio, la mia comfort zone, diciamo.
Esperienza lavorativa in Corea del Sud
Massimo Basili: Ho sempre letto fumetti fin da piccolo e crescendo ho pensato addirittura di farlo diventare il mio lavoro.
Poi il mio percorso di studi mi ha portato a studiare sia il fumetto, la scuola del fumetto, il cinema di animazione, la scuola del cinema, e mi sono trovato a lavorare più nel cinema d'animazione per un certo periodo, per cui pur continuando a leggere fumetti e a seguire il mondo del fumetto italiano e comunque di tutti gli altri linguaggi del fumetto nel mondo sono arrivato a lavorare nell'animazione in alcune anche grosse produzioni, anche fino in Corea del Sud dove ho fatto la l'esperienza più formativa e più bella della della mia vita devo dire.
Iride: Che tipo di di esperienza hai fatto in Corea del Sud e che che comunità hai trovato?
Massimo Basili: Ero assistente del produttore di due serie televisive a cartoni animati prodotte dalla RAI e dalla TV giapponese e la TV coreana. Erano delle serie che poi sono andate in TV su Rai uno e su Italia uno.
È stata un'esperienza bellissima, perché anche un pochino pionieristica, perché all'epoca la Corea del Sud era una specie di service dell'animazione, cioè le case di produzione europee e americane mandavano lì il lavoro da fare a basso costo, per animare questi personaggi a prezzi più bassi che in Occidente e quindi gli studi si stavano attrezzando per soddisfare la richiesta di questi studi occidentali e quindi mi mi sono trovato in questo marasma assoluto.
Però con una certa ingenuità devo dire che mi sono trovato molto bene, quindi non non mi sono lasciato spaventare da questo casino totale che ho trovato.
Nel frattempo comunque io portavo avanti la mia vita privata, quindi all'epoca avevo un fidanzato che ho lasciato in Italia e comunque ho voluto esplorare, anche dato che sono rimasto per parecchi mesi a Seul, ho voluto esplorare anche il mondo locale e quindi ho visto una serie di discoteche, di bar, di pub che erano soprattutto frequentati da soldati americani, perché Seul ospita diverse basi americane.
E quindi i soldati americani gay andavano in questi locali a cercare compagnia e lo stesso facevo io e quindi sono entrato in contatto con un gruppo di ragazzi che avevano un'associazione gay, solo gay, erano solo maschi, e che faceva una grande fatica perché all'epoca non si poteva fare il Pride, non si poteva manifestare.
Era tutto veramente molto nascosto. Però comunque c'erano, cioè si divertivano, facevano le feste nelle case private, andavano nei locali dove li ho incontrati, appunto.
E lì ho incontrato uno scrittore di Seul. Ho iniziato una relazione così, insomma, diciamo più sessuale che altro. È stata una bella cosa. Anche se, diciamo la comunicazione era un po' scarsa dal punto di vista del linguaggio parlato e si esprimeva attraverso altri linguaggi. Però devo dire che mi sono molto divertito anche proprio come esperimento, insomma, di incontro tra culture.
Iride: Sei riuscito a inserire questa tua esperienza anche nelle tue illustrazioni ?
Massimo Basili: Sì, sì, sì. Perché comunque il tema della migrazione mi interessa anche da questo punto di vista, perché io mi identifico nei migranti di oggi, tutti i migranti, che siano migranti economici, migranti che scappano dalle guerre o migranti, anche che posso definire sessuali, cioè le persone LGBT che scappano da paesi in cui vengono perseguitati.
E quindi io da migrante privilegiato che andavo a lavorare in un paese come la Corea del Sud, però mi sono trovato in una situazione in cui non parlavo la lingua, non conoscevo niente del paese in cui andavo.
All'epoca internet era veramente ai primi passi quindi io le le mie informazioni me le procuravo attraverso i libri, quello che potevo, e quindi mi ricordo di come mi sentivo io: spaesato e totalmente fuori posto. E quanto tempo ci ho messo ad adattarmi ,ad ambientarmi in un posto così diverso.
E quindi questo struggimento mi viene sempre quando sento e leggo le storie di questi migranti e pure avendo avuto il privilegio comunque di essere pagato per essere lì, per svolgere un lavoro bellissimo, molto stimolante, quindi situazione completamente diversa, però la sensazione comunque di spaesamento credo sia la stessa.
Tra l'altro quello era il mio primo viaggio aereo in assoluto. Il mio primo viaggio aereo è stato un viaggio intercontinentale, quindi mi sono anche perso all'aeroporto di Francoforte perché non sapevo come muovermi in un aeroporto così grande come quello di Francoforte.
Iride: Negli ultimi anni hai lavorato molto con Style Piccoli e con Mondadori Education. Riesci a inserire il tuo essere parte della comunità LGBTQ e il tuo vissuto all'interno di questa comunità anche nel tuo lavoro che fai per questo tipo di editori?
Massimo Basili: Sì, credo che sia inevitabile. Anche quando faccio illustrazioni per ragazzi, che è il mio lavoro da illustratore principale, credo che la mia identità non si possa scindere da quello che faccio.
Quindi quando faccio le illustrazioni la mia identità è una parte integrante di quello che sono, di quello che faccio. E quindi credo che la sensibilità omosessuale venga fuori anche quando faccio delle illustrazioni per ragazzi a tema giovane Sherlock Holmes o Agatha Christie raccontata ai ragazzi.
Ad esempio mi è capitato di sentire dei giudizi di qualcuno che guarda le mie illustrazioni e pensa che io sia un'autrice donna. Sembrano degli stereotipi però in un certo senso queste sensibilità vengono fuori in modo automatico e non si possono nascondere.
Quindi io stesso mi rendo conto che apprezzo moltissimo illustratrici e autrici di fumetti donne, perché anche inconsciamente senza sapere niente della loro storia, il loro segno, il loro tratto mi arriva in un modo diverso rispetto a come potrebbe arrivare il segno, i colori di un autore maschio cisgender.
Questo non vuol dire che sono un illustratore che ha un segno gay però in un certo senso sono aspetti che a una sensibilità accentuata e con un occhio attento vengono fuori, insomma saltano all'occhio.
L'arte e i fumetti LGBT
Iride: Pensi che abbia ancora senso e abbia senso oggi parlare di arte e di fumetti LGBT oppure non è più una categoria che ha senso utilizzare?
Massimo Basili: Sì e no, nel senso che non ha senso definire un fumetto "LGBT" se contiene dei personaggi LGBT perché comunque ci sono un sacco di fumetti LGBT realizzati da autori eterosessuali che fanno un ottimo lavoro, però sicuramente il risultato finale non può che essere scolastico, freddo, troppo calcolato.
Faccio il caso di Leo Ortolani, che è un autore eterosessuale, bravissimo, un genio della comicità a fumetti, che ha inventato un personaggio che si chiama Cinzia Otherside che è un personaggio trans. I suoi libri sono molto divertenti ma sicuramente non possono essere definiti un fumetto trans perché comunque, anche se lui ha studiato, si è occupato della questione da tanti anni, il suo approccio è tipicamente eterosessuale e quindi ci sono anche delle cadute di stile, degli stereotipi che usa per fare ridere - e che funziona, fa ridere - però potrebbero essere anche considerati offensivi o comunque poco attenti alla vita delle persone transgender.
Quindi io questo fumetto qua non lo definirei esattamente un fumetto trans. È un fumetto che parla di un personaggio trans, però dal punto di vista di un autore eterosessuale cisgender.
Definirei il fumetto "LGBT" se è realizzato da autori e autrici LGBTQ anche se non parlano magari necessariamente di esperienze personali LGBTQ.
La faccenda è molto complicata, per cui sono temi che si sono trattati anche in passato riguardo alla letteratura. Quindi adesso eviterei queste definizioni soprattutto se parlano appunto di esperienze personali, quindi di autobiografie. Se invece il fumetto parla di storie del passato, storie di comunità, allora la definizione LGBTQ ha più senso, è più attinente insomma.
Iride: Tantissima produzione attuale italiana è incentrata sulle autobiografie o comunque su racconti di vite di persone LGBT. Secondo te perché c'è questo? E tu hai mai fatto un lavoro di questo tipo? Hai mai lavorato in quella direzione?
Massimo Basili: Credo che l'autobiografia sia stato il genere letterario che più ha popolato la rinascita del fumetto e anche la nascita di un certo formato editoriale del fumetto cioè il cosiddetto graphic novel.
Tra la fine degli anni novanta e l'inizio degli anni Duemila si sono diffusi una serie di libri a tema autobiografico che hanno rivoluzionato il mondo del fumetto. Sono riusciti a passare da un mercato dove si parlava di storie di personaggi, quindi c'era Tex, c'era Dylan Dog, c'era Tintin, c'era Asterix e c'erano comunque delle produzioni di fumetti underground con un mercato parallelo che funzionavano.
Però il graphic novel autobiografico ha allargato al pubblico più di massa il linguaggio del fumetto. Quindi sono queste storie potentissime di vita vissuta, sono arrivate a lettori che prima magari non avevano mai letto un fumetto in vita loro e quindi hanno fatto capire che esisteva la possibilità di raccontare a fumetti qualsiasi cosa, compresa anche la propria vita.
Mi viene in mente il nome di David B. che è un autore francese che adesso vive in Italia, che ha praticamente rivoluzionato il mondo del fumetto francese - e non solo - attraverso il racconto del bipolarismo del fratello.
L'autobiografia è una componente importante del linguaggio del fumetto e quindi ancora oggi escono un sacco di libri a tema autobiografico anche se ormai comincia a essere veramente un mercato inflazionato perché sembra quasi che sia l'unico argomento di cui si può parlare a fumetti senza vincoli, senza censure.
Però bisogna anche capire che, dopo averne parlato così tanto, riuscire a dire qualcosa di nuovo in un modo comunque interessante è davvero difficile adesso.
Penso che adesso l'autobiografia abbia senso se viene non raccontata in maniera diretta. Magari puoi parlare di te stesso anche raccontando appunto del conflitto tra Israele e Palestina. Un sacco di bravissimi autori riescono a a parlare della propria esperienza raccontando l'esperienza altrui o comunque dei macrotemi.
Mi viene in mente Joe Sacco che è un artista internazionale di fumetto che ha sempre parlato di guerra e di conflitti, però riesce a raccontare la propria esperienza personale attraverso il racconto delle vite delle persone che incontra nei propri reportage a fumetti.
Quindi penso che sia il modo migliore per raccontare se stessi non mettendosi proprio al centro della narrazione in modo un po' narcisistico, ma specchiandosi negli altri.
Iride: C'è un elemento autobiografico nelle tue illustrazioni?
Massimo Basili: Sicuramente. Anche banalmente perché comunque nella copertina di Italia Arcobaleno ho inserito me e il mio fidanzato a bordo della Vespa. E poi sono i due personaggi gay che ricorrono. Ho usato questi due personaggi, questi alter ego, anche in altre mie illustrazioni semplicemente perché comunque si disegna meglio quello che si conosce meglio, insomma.
Quindi non è che ho avuto dei deliri di onnipotenza, o comunque, come dicevo prima di narcisismo. È un modo per me per entrare in queste storie che racconto.
Poi l'autobiografia entra in tanti altri modi. Anche solo il fatto di scegliere certi temi invece che altri da raccontare. Ho raccontato una vacanza in Liguria attraverso un'illustrazione ovviamente trasfigurando la realtà ma comunque se non ci fosse stato il dato biografico di partenza non mi sarebbe mai venuto in mente di fare quell'illustrazione. Oppure anche quella del museo in cui ho rappresentato una statua di Ercole Zeus al centro di un museo è venuta dal mio interesse per l'arte antica.
Sento sempre una strana sensazione quando guardo una statua antica che sia di un personaggio maschile o anche femminile. Ovviamente quello maschile mi arriva meglio, mi arriva più direttamente, per ovvie ragioni, ma mi viene sempre una sensazione di malinconia perché mi sembra che la forza e l'energia che hanno messo gli artisti del passato per fare queste meravigliose statue arrivi all'oggi però in un modo che noi non riusciamo a capire in modo esatto: quello che arriva è una piccola parte di quello che è stato nel passato.
Iride: Tu hai un pubblico molto ampio: dai bambini, ai genitori, a un pubblico più LGBTQ o comunque interessato a delle tematiche di questo tipo. Come arriva il tuo lavoro al pubblico?
Massimo Basili: Al pubblico dei ragazzi arriva attraverso la stampa dei libri: quindi ai ragazzi che a scuola sono costretti dagli insegnanti a leggere le antologie su cui ci sono le mie illustrazioni arriverà in qualche modo sperando che le apprezzino e che sia anche un modo per alleggerire il peso dello studio, la difficoltà, l'obbligo di dover affrontare certi argomenti a scuola quando magari uno vorrebbe andare a correre nei prati quando c'è il bel sole.
Oppure quando facevo i ritratti per Style Piccoli erano riviste che andavano in mano ai genitori. Poi le cose più prettamente LGBT arrivano nei canali, diciamo più sotterranei, più indiretti, quindi attraverso il web.
Iride: Tu ti sei occupato per tantissimi anni di fumetti LGBT. Che tipo di risposta hai avuto e che cosa ti ha portato a fare questo progetto?
Il progetto Fumetti Fuori!
Massimo Basili: Fumetti Fuori! È un progetto che nasce nel 2017 come la continuazione della mia esperienza di recensore appassionato di fumetto LGBT che portavo avanti sul mensile Pride dal 1999 al 2017, finché praticamente il mensile cartaceo non ha chiuso. Mi dispiaceva smettere di parlare di quello che succedeva nel frattempo nel fumetto LGBT e nel frattempo stava succedendo parecchio quindi ho preferito continuare con un progetto personale però portando con me l'esperienza che avevo avuto in tutti quegli anni di recensioni e di rapporto con gli autori e le autrici di cui avevo parlato sul giornale.
Questo progetto Fumetti Fuori! è nato come sia possibilità di studiare, leggere questi fumetti LGBT che continuavano a uscire e sia presentare le le novità librarie.
E poi anche la volontà di magari di fare delle tavole rotonde, dei momenti di incontro, di bilancio con questi autori che comunque anche loro avevano interesse a parlarne perché davvero all'epoca, e parliamo solo di sei anni fa, la situazione era in continuo movimento.
Ho fatto fatica devo dire a stare dietro a tutto quello che usciva nel frattempo per cui sono stato un pochino sopraffatto da tutte le novità, e abituato invece a momenti in cui se usciva qualcosa, due o tre cose interessanti all'anno era già tanto.
E invece qua uscivano due o tre cose interessanti alla settimana quindi è stato veramente difficile. E credo che forse questa sovrabbondanza di offerta mi costringa un pochino a fare il bilancio della situazione anche con Fumetti Fuori! per capire come adesso approcciarmi a alla materia del fumetto LGBT.
Quello che che rimane invariato è sicuramente il rapporto personale diretto con questi autori/queste autrici che nel frattempo sono diventati bravissimi e bravissime e hanno fatto cose meravigliose anche con editori importanti. Questa cosa veramente mi fa molto felice. Sono stato contento anche di averli visti in momenti in cui esordivano un po' timidamente e invece essere contento di dove sono arrivati.
Una cosa di cui mi piace parlare è il fatto che quelli ancora più giovani, cioè non parlo dei trentenni quaranta, che adesso hanno 35/40 anni, ma parlo di quelli che adesso hanno 22/25 anni, hanno finalmente la consapevolezza nel fare questo lavoro, un certo piglio militante che era mancata nella generazione precedente e questo mi fa veramente piacere e credo che le generazioni nuove di autori e autrici LGBT siano molto più consapevoli e anche militanti, anche molto combattivi rispetto alla generazione che li ha preceduti.
Iride: Di tutte le fumettiste e i fumettisti che hai intervistato negli anni attraverso sia Fumetti Fuori! sia le tue precedenti esperienze da recensore, quali sono state, le tue ispirazioni?
Massimo Basili: Io ho seguito più che altro le scuole/scene legate soprattutto alla città di Bologna. E quindi tutti questi autori e queste autrici che in genere hanno frequentato l'accademia di Belle Arti di Bologna e il corso di fumetto di questa scuola che è veramente eccezionale: Giulio Macaione, Flavia Biondi poi c'è Giopota che è un bolognese d'adozione, Cristina Portolano, che non è lesbica, però ha parlato di sessualità queer in modo meraviglioso. Poi c'è Gianluca Ascione, anche lui è molto giovane, e che ha ha preferito seguire un percorso più underground, più vicino, non so, al mondo di Andrea Pazienza.
E poi un altro promettente, molto promettente è Noah Schiatti, Andrhomeda, che a breve pubblicherà un graphic novel con Bao Publishing: un autore trans che ha cominciato con una breve storia autobiografica racconto della sua infanzia da bambina che si sentiva un bambino e adesso fa delle storie meravigliose parlando di fantascienza, di storie fantastiche però comunque mantenendo forte il suo percorso personale raccontato attraverso il fumetto.
Iride: Alcuni dei nomi che hai citato passeranno o sono passati da questi microfoni, quindi abbiamo interessi e gusti molto affini da questo punto di vista.
Chi volesse conoscere meglio il progetto Fumetti Fuori! può trovare il link al profilo Instagram e Facebook in descrizione. Quindi andate a scoprire un po' meglio il lavoro che ha fatto e che continua a fare in questi anni Massimo.
Volevo chiederti se hai qualcosa in cantiere che ci vuoi anticipare.
Massimo Basili: Sicuramente vorrei mettere online il sito di Fumetti Fuori! e quindi anche dare una forma più compiuta a questo progetto che appunto risale al 2017 e che adesso ha bisogno di una messa a punto .
Poi ecco tornando ad esempio al lavoro di Giopota, mi sono anche sperimentato con Fumetti Fuori! come mini casa editrice perché abbiamo pubblicato una mini edizione di un suo fumettino fatto apposta per Fumetti Fuori! e per la presentazione dei suoi lavori alla Libreria Antigone di Milano e quindi mi piacerebbe ripetere l'esperienza perché comunque è stato molto eccitante vedere nascere un fumetto gay stampato praticamente in casa però con tutti i crismi delle edizioni anche più blasonate. Mi piacerebbe ripetere l'esperienza di Edizioni Fumetti Fuori!
Progetti futuri
Massimo Basili: Poi come illustratore invece vorrei seguire progetti più personali: sicuramente, se fosse possibile dato che è già pronto il testo, mi piacerebbe lavorare a un secondo capitolo di Italia Arcobaleno perché sono rimaste fuori alcune città importanti, soprattutto il Centro Sud, di cui sarebbe veramente utilissimo parlare: da Napoli a Taormina. È rimasta fuori anche Bologna che invece merita molta attenzione.
E poi c'è un mini progetto sul tema del cruising che vorrei affrontare sia dal punto di vista dell'illustrazione, che è la cosa che faccio in questo periodo della mia vita, però anche dell'animazione che invece è una cosa che facevo molti anni fa.
E invece legato al mondo del web, al web cosiddetto Web3 ho ricevuto una commissione da un'agenzia americana per un lavoro sul tema del ritratto che è un altro aspetto che mi piace molto esplorare con l'illustrazione. Quindi mi troverò a fare dei ritratti che però verranno visti in un mondo che per me è abbastanza inedito, quello appunto del Web3.
Quindi vedremo cosa cosa verrà fuori.
Iride: Progetti futuri che chi volesse può continuare a seguire sui tuoi profili social. Il link è in descrizione anche in questo caso, quindi andate a seguire Massimo Basili sui social per scoprire cosa farà nei prossimi mesi.
Conclusione dell'intervista
Iride: Grazie mille Massimo per essere stato con noi.
Potete trovare questa intervista e qualche contenuto speciale, tutti i contatti per andare a scoprire meglio il lavoro di Massimo sul nostro sito iride.art e i link in descrizione.
Per non perdere i prossimi episodi di Iride, potete iscrivervi anche alla newsletter sul nostro sito, seguirci sulle principali piattaforme di streaming tra cui Spotify, Apple Podcast e Google Podcast, su YouTube e su Instagram.
Grazie ancora per essere stato con noi e alla prossima.
Massimo Basili: Grazie, ciao.